Un’amicizia inestimabile

Quando ho incontrato Vanda, facevo yoga già da molti anni a Firenze.

 

Il mio incontro con lei e la sua accettazione di me come studente mi hanno portato lentamente in un nuovo mondo, rivoluzionario e intenso.

 

In questo tipo di insegnamento non c’era posto per usare la forza, spingere, tirare, né si doveva fare una posizione a tutti i costi. Il corpo era semplicemente invitato a sfruttare la forza di gravità, e questo liberava la spina dorsale.

 

Che novità mai immaginata!

 

All’inizio io ero solo una pioniera ignorante, che faceva di tutto per seguire Vanda, che faceva da apri pista, correndo su un territorio che lei stessa ha scoperto, e che non era mai stato esplorato prima.

 

Per me è seguito un lungo periodo di transizione, dove ho dovuto disimparare, disfare – undoing, come diceva Vanda.

Nei quindici anni successivi, ci voleva da parte sua pazienza infinita, perseveranza, e amore senza fine per comunicare con poche parole questo mondo sconosciuto dove non ci dovevano essere dei dubbi – no doubts, come diceva Vanda.

 

Lei mi ha cambiato la vita. Credo che le poche studentesse cui ha insegnato, che ora sono tutte piuttosto famose e tutte mie amiche, direbbero la stessa cosa.

 

Vanda mi ha accettato come sua studentessa quando aveva settantacinque anni. Puoi immaginare la sua generosità, insegnare per ore e ore, a ciascuna di noi, da sola? Era diretta, potente, e seria: riusciva a trovare il punto preciso che aveva bisogno di più cure, più attenzioni in quel momento. Come insegnava? Con le sue mani, facendomi toccare il corpo, e poi facendomi vedere la posizione… poi io la imitavo (spesso senza successo). Così facendo, riuscivo ad arrivare lentamente alla base di ogni postura oppure a captare cosa voleva dire un respiro tranquillo, profondo e forte.

 

Ho avuto bisogno di anni per capire l’essenza dell’onda, del respiro e della gravità, “i nostri tre amici” come soleva chiamarli Vanda.